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Un appunto del 28 giugno ’78

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Progetto di murale 1978

Disegni. Sviluppo della ricerca grafica in prevalenza solo a partire da una memoria sedimentata, mai da immagini presenti. Clandestinità, privatezza della mia ricerca artistica. Corrosione che subiscono le immagini nella memoria quando le disegno. L’occhio non riesce a percepire un’istantanea. La contemplazione mi è vietata. Sopravvivono nei mie disegno temi di cose viste in passato (albero, bosco, cascina, campi, chiesa). Ma forse sono ormai citazioni. Le immetto in un contesto di immagini d’oggi (strada, segnali stradali, etc.), di suoni (clacson, radio, ecc.), di sentimenti (paura per la velocità o indecifrabilità di parte delle cose percepite) che non erano operanti nella mente  dei pittori di una volta o di chi semplicemente guardava attorno a sé un mondo diverso da questo. Mi è impedita anche l’impressione, che ha una certa pacatezza. Resta una labile sequenza di istantanee, forse ripensabili o recuperabili dopo, a memoria. A disegnarle al momento non vai oltre lo schizzo scarabocchio che al momento non mi dice nulla.

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